I gioielli Ca D’or sono realizzati in oro 18 kt e argento sterling.
Con intervento di Andrea Baffoni. 21 Giugno 2018, Inaugurazione mostra d'arte IMMI-GRATI.
Grande e festosa partecipazione di pubblico all'apertura della mostra d'arte di Ines Döllert (pittura) e Pietro Floris (fotografia) a Perugia presso Umbrò (fino al 10 luglio).
Di seguito la presentazione della mostra ad opera del critico d'arte Andrea Baffoni:
Ines Döllert, Pietro Floris
L'incontro artistico di Ines Döllert e Pietro Floris ha il sapore della riconoscenza verso una terra che li ha ospitati, e forse ancor più per il coraggio che, giovanissimi, li ha spinti a cambiare paese. Un coraggio che è poi la vera essenza della vita, soprattutto se a compierlo è chi ha in mente di fare l'artista. Così ci troviamo di fronte a due immi-grati, come recita il titolo della doppia personale, che con un gioco di parole unisce la loro condizione geografica a quella interiore.
Un fotografo e una pittrice, distanti nel linguaggio, come pure nel luogo di provenienza: la Germania per Ines e la Sardegna per Pietro. Distanti e diversi, ma complici adesso nel racconto della propria esperienza e maturi nel offrire allo spettatore spunti di riflessione non scontati.
Perugia capoluogo ospitale, da sempre aperto agli stranieri grazie alla rinomata università, primo approdo di Ines, che omaggia nell'intimo la città cogliendone scorci e particolari poco frequentati: finestre, angoli nascosti, vicoli e contrafforti, tetti stagliati sul blu intenso del cielo e poi un suonatore di strada, emblema di quella vena creativa che passa attraverso la musica. Ed è inevitabile per Ines guardare a questo mondo, lei che ha il suo laboratorio di oreficeria in via dei Priori, nel cuore della città, inondata in estate dai suoni di Umbria Jazz. Perché è questo che lei dipinge: la verità di Perugia, delle sue abitazioni e dell'intricato reticolo di strade abbarbicate sull'acropoli, della vita che in essa scorre e che tutti i giorni vede dal suo micro universo creativo. E lo fa con la pittura, e col suo modo di muovere il pennello sulla tela, libero da costrizioni e soggetto all'impulsività espressionista, un po' tradendo l'origine teutonica, uscendo fuori dal rigore che pure non le è estraneo. Una pittura libera di esprimersi senza regole, senza troppa attenzione alla definizione delle forme – umane e architettoniche che siano – preoccupata solo di vivere l'esperienza della vita.
Ma non c'è solo la città, perché anche la campagna circostante finisce nella sua orchestrazione pittorica e d'altra parte come darle torto, visto che per vivere ha scelto la più profonda campagna umbra, fra le colline di Montelaguardia, lontano da tutto, isolata e libera. Le colline sono il suo primo incontro mattutino e il suo saluto serale ed è per questo che nella serie di opere proposte in questa mostra, così sentimentale, trovano spazio anche temi legati in generale al territorio umbro, come poetiche tele dedicate al Trasimeno. Vita espressa senza il confine della regola pittorica, stagliata sulla tela ad ogni colpo di pennello, come fossero sospiri e sguardi, impressioni catturate e tradotte dalla mano capace. Capace di scolpire gioielli e di dipingere intensamente il mondo che la circonda.
Specularmente, ma da altri punti di vista, Pietro Floris omaggia Perugia raccontando la propria terra: la Sardegna, e lo fa attraverso alcune serie fotografiche realizzate nel tempo, come ricerca espressiva e personale racconto di vita, narrando frammenti di vita come i murales di Orgosolo. Divers, l'ultima serie realizzata e qui esposta per la prima volta, prende spunto da Cala Gonone, luogo legato alla sua adolescenza in cui si cimentava nel tuffo da scogli alti sei metri. L'obbiettivo della camera ripercorre quei luoghi, cogliendo gli adolescenti di oggi lanciarsi nel vuoto, sicuri di atterrare su acque tranquille, ma sospesi nell'incertezza di quei pochi secondi. È una metafora il tuffo, tradotto dall'occhio attento di chi in una frazione di secondo deve condensare il racconto di una vita, interamente legato a sé, tuffatosi nella vita con la stessa spregiudicatezza, non senza brividi iniziali, lasciando l'approdo sicuro del suo scoglio, grande quanto un'intera regione, per lanciarsi nel mare di una nuova terra.
Dunque un tuffo, e se il viaggio dallo scoglio all'acqua dura solo pochi secondi, quello della vita riserva continue sorprese. Passengers è una serie realizzata alla stazione Termini di Roma, luogo centrale di confluenza continua: quante esperienze, generazioni, storie, etnie, lacrime e sorrisi, passano quotidianamente tra quei binari. Impossibile definirne i contorni, improbabile cogliere l'attimo. Floris concentra lo sguardo nei riflessi stagliati sulle nere colonne che adornano le corsie, sembra quasi di tornare alle suggestioni degli Stati d'animo di Boccioni, ma siamo un secolo dopo e oggi la stazione è immersa in un caos costante, incapace di suggerire sentimenti, schiacciata dalla frenesia e dalla paura per gli attentati. Eppure Floris, coglie nella sua fotografia qualcosa che ancora vive dietro l'epidermide, riuscendo in un attimo a portarci lontano, dove non esistono più confini e dove anche una semplice colonna può diventare il varco per un viaggio interminabile.
Andrea Baffoni
In foto, da sinistra verso destra: Pietro FLORIS, Ines DÖLLERT e Andrea BAFFONI.